CENTRO STUDI ASSENZA
Strofe-pensiero scelte sulla Musica in-Assenza
Tratti da P. Ferrari, Homo-Abstractus, O barra O edizioni, Milano, 2012.
Non ci sono sguardi nella musica assente. Lo sguardo è sperduto, l’orecchio è sfinito. Il suono incarna l’esercizio d’una sonorità che s’espone alla metà – più o meno alla metà – del tracciato vibrante d’un corpo che se ne va.
(P. F., H. A., 99)
Del gesto e del tempo in-musica
Un gesto si riflette nell’altro: dell’altro assume forma e verità. Allora s’acquieta e ammette che la musica sia, nell’attimo in cui si manifesta. Quell’attimo è già passato. E la musica resta ancora un poco, prolungando il tempo del suo cessare.
(P. F., H. A., 278)
In-levare è il gesto che induce la musica ad essere tale – musica che s’ascolta al suo cessare-principiare.
(P. F., H. A., 315)
Quale musica è possibile? Quella musica che in ciascuna sua nota, in ciascuna frase s’apra al silenzio dovuto, ampio e profondo – melodico e armonico – quanto l’assenza da cui esso si genera all’emergere del suono nella singola nota o nel fraseggio d’insieme.
(P. F., H. A., 437)
Musica atonale (in-assenza). Musica con la sospensione del suono. A-tonale. Senza suono, o con il suono soppresso. soppresso il suono ‘sonoro’. È antisuono che mai torna a suonare se stesso. Come il pensiero che mai si pensa; e cioè, nel pensarsi, ad altro corrisponde, a un-nulla, un nonnulla grande grande, nello spazio, di cui esso sa, o non sa neppure nel metterci la ‘cosa’. L’atonale assente è sospensione del suono, che non torna a sé, ma come il pensiero ad altro corrisponde, a un suono che mai
ritorna, a un’idea musicale che non ci consola.
(P. F., H. A., 379)
‘Prendere la nota’ mi diceva la mia maestra di grande pensiero e musica – insegnandomi il pianoforte. Io ho imparato: ora la nota mi si mostra duttile per essere presa; morbida per essere suonata, e subito pronta a sparire in quel dove, dove già è stata, già sarà stata.
(P. F., H. A., 725)
Se non c’è musica non c’è né bene né male. (Io).
(P. F., H. A., 756)
Ciascun elemento musicale, in una mia composizione, nel giustificare se stesso pone le basi/il fondamento (Grund) a tutta la composizione. In ciascun elemento c’è in-potentia l’intera composizione, ad ogni tratto il tempo T0. Il tempo si ferma e si dispone tutt’altro a comporre l’assenza di suoni, la composizione fatta del mancare della materia sonora.
(P. F., H. A., 807)
Musicassente è corpassente che trova – e prova – la sua ombra?
(P. F., H. A., 833)
Musicassente è il silenzio del corpo-nuovo, quando il nuovo corpo raggiunge il suo apice e lì s’assenta nella morte-di-sé?
(P. F., H. A., 834)
Aforismi sulla Musica
in-Assenza
Tratti da P. Ferrari, Aforismi dell’Assenza ,1997-2008, Archivio CSA, Milano
Raddoppio in-Assenza
133. Raddoppio in-Assenza è quell'azione (gesto-del-pensare) che viene istruita in rapporto a un'espressione d'altra origine (poesia o scritto proprio e d'altro autore, in campo letterario; pezzo o frase, in campo musicale), tramite la quale altro è posto: spazia quale fondamento astratto - distillato in-oscillazione, in un asistema complesso -, pronto a produrre assenza (mancanza-attiva) in chi con esso s'accoppia.
(Gennaio 2002)
Il Raddoppio in-Assenza
1. Il Raddoppio in-Assenza è rendere giustizia alle cose: sottrarle alla loro iperconcretezza ordinaria, troppo stipata, priva di quel respiro che fa vivere bene, sottrarle per quella durata dalla loro condizione meccanica onde collocarle in un giusto-infinito fatto di niente: qui poter esprimere la condizione del miglior mondo possibile, essendo già mancanti del loro rappresentarsi quali figure fissate una volta per tutte a uno specchio invariabile.
Il Raddoppio in-Musica è cogliere l’intreccio e la fluttuazione sotto il piano sensibile della vibrazione dei suoni, dove lo spazio-tempo si libera d’una pulsazione che ancora lo vincola a una terra povera dell’alterità (differenza) dovuta.
2. Il Raddoppio in-Musica è il saper cogliere tramite l’intreccio di due o più strumenti, di due o più musicisti la fluttuazione di quel nulla (in-assenza) che genera le presenze degli uomini, dei loro pensieri e delle loro cose, trasportandoli all’istante in un buon infinito.